mercoledì 23 marzo 2011

sTOici taurinensi

In principio erano le stoá, oggi sono i portici. Torino non ne ha l'esclusiva, beninteso, né di certo la maggior estensione (pensate a Bologna). Ma proprio perché ne ha pochi ma buoni, si possono confrontare subito. I principali sono quelli di via Po e via Roma, o facciam finta che sia così (suspension of disbelief docet).
Salta agli occhi che sono due pianeti diversi, e non solo architettonicamente. Via Po è ottocentesca e romantica, via Roma novecentesca e fascista. Le differenze le noterebbe anche un cieco. Tanto raccolta e armoniosa una, quanto squadrata e alienante l'altra. Librerie, bancarelle e profumi di vita in una, fredde e asettiche vetrine di negozi d'abbigliamento nell'altra. Volti pregnanti, ma solo in una delle due.
Via Po è l'ideale – e reale – proseguimento di via Pietro Micca e via Cernaia, è la Prospettiva Nevski di Gogol: brulicante di grottesco e adorabile kitsch. Una è la Vita, l'altra un'arida luna.

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